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"ci abito già ma la voglio cambiare"

Roma - (Italy)  2025

images: studio Bombace

Acquistare una casa ristrutturata di recente, ma accorgersi poi, vivendola, che non ti rispecchia; è quello che è successo alla giovane coppia di proprietari di una particolare unità immobiliare distribuita su tre livelli a Roma, al quartiere Esquilino, sede in origine (fine ‘800) di un’accademia d’arte, come testimoniano soprattutto le generose dimensioni del salone principale, caratterizzato da una notevole dimensione in pianta (circa 8 metri x 8), ma soprattutto dall’eclatante altezza -ancora quasi 8 metri- e dalla grande finestra che si apre sull’antistante giardino.

 

Si decide cosi al momento di intervenire nelle parti più significative, per perfezionare soprattutto il profilo dei sapori generali.

 

Prima dei recenti lavori di ristrutturazione l’abitazione presentava i classici caratteri dell’edilizia popolare di fine ‘800, riassumibili ad esempio nelle pavimentazioni in marmette di graniglia in vari colori, conservate in alcune parti della casa, modificati però con l’ultimo ciclo di lavori in un’immagine borghese tardo ottocentesca, fatta di boiserie in laccato nero e lampade in ottone.

Ma è invece soprattutto nelle parti condominiali che il fabbricato comunica i sapori desiderati oggi dalla Committenza: gli intonaci, le scale in pietra, i corrimano, le ulteriori parti in legno, raccontano infatti senza vergogna tutte le loro rughe e proprio questo potrebbe diviene il punto di partenza della definizione della nuova palette di materiali, sicuramente da ‘spostare’ verso sapori caldi e ruvidi.

 

Gli input fotografici trasmessi dalla Committenza confermano infatti il carattere desiderato: assenza del colore puro e predilezione invece per la materia, quasi sempre interpretata mediante l’uso del legno, della pietra e degli intonaci sabbiosi, sempre intorno ai toni naturali e caldi della terra.

 

Prende quindi avvio a questo punto un bel lavoro a due mani con la Committenza che produce con alcuni fondamentali tocchi la revisione della parte giorno della casa.

 

In ordine, partendo dall’ingresso:

  • viene eliminata la boiserie nera che rivestiva integralmente il locale e riportata in luce su una parete la struttura muraria originale in mattoni, mentre alcuni moduli d’arredo in legno d’acero, sospesi a parete, anticipano il layout di progetto della libreria in salone;

  • in salone è sicuramente questa la protagonista dell’ambientazione, in realtà quasi più un’installazione artistica, che alternando moduli bi e tridimensionali disegna un preciso pattern bilanciato in maniera accurata insieme ai Committenti;

  • in cucina la parziale modifica alla finitura degli arredi, una nuova pavimentazione dal sapore cementizio, ma soprattutto l’adozione del marmo verde Guatemala per i piani di lavoro e i verticali dell’isola, disegnano la nuova palette del locale;

  • nelle scale invece la ringhiera metallica presente viene sostituita da un sistema di doghe ancora in legno, che velano in parte anche l’adiacente zona lavanderia.

  • alcuni piccoli lavori di modifica alle finiture arredi e alle rubinetterie presenti, concorrono a dare coerenza alla specifica parte della casa, insieme ovviamente alla nuova dotazione di corpi illuminanti, in parte a incasso e in parte esterni, a parete o a soffitto.

 

La somma di questi interventi ritrae così il pathos desiderato, godibile oggi soprattutto dal divano modulare a isola che completa il salone, che permette di ammirare da un lato la bilanciata composizione in marmo della cucina e dall’altro l’installazione concepita per la grande parete, volutamente e consapevolmente ‘esagerata’, in grado però di disegnare zone a libreria, contenitori chiusi o semplicemente segni grafici, da guardare e capire nei momenti di relax.

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